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"Vite di Madri", recensione di Tiziana Meraglia

Se avete voglia di leggere un romanzo originale e non siete in cerca di un classico o di un semplice racconto al femminile, "Vite di Madri" è il libro che fa per voi.

È il risultato di un lavoro notevole, sia per il suo stile, particolareggiato e di altissimo livello, sia per il suo contenuto, costituendo una vera inchiesta, che ha coinvolto centocinquantuno donne, prestatesi a raccontare le proprie storie di infertilità e violenza.

Vi consiglio di non leggerlo tutto d’un fiato. Non va divorato, ma assaporato, perché ogni singola storia, sapientemente associata ad un’opera letteraria di rilievo, insegna e arricchisce.

L’autrice ha scelto dodici protagoniste che vivono altrettante situazioni di dolore, alcune davvero angoscianti, ma con esso crescono e si fortificano. Non sono vittime, ma guerriere, che, per quanto molto lontane dal mio vissuto e, forse, dall’immaginario collettivo, mi hanno coinvolto e letteralmente travolto.

Ho sofferto e gioito con loro e mi sono sentita parte della loro vittoria finale. Sì, perché ogni storia, sebbene triste e a volte crudele, si conclude con lieto fine, ovvero con il raggiungimento di una pace interiore e la voglia di andare avanti, nonostante tutto.

Buona lettura!

Tiziana Meraglia


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