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"Vite di Madri", recensione di Harry Fog



Il mondo mostrato dai media, non dimentichiamolo mai, è una scelta”.

Questa frase appare tra le ultime pagine del libro che ho appena concluso, nell'appendice curata da Sabina Cedri, ricercatrice. Una frase, per chi ancora non ha avuto il piacere di leggerlo ma ne conosce già titolo e argomento, apparentemente insignificante. E invece, estrapolata dal vademecum in cui è infilata, racchiude la chiave di lettura dei dodici racconti, frutto di una cernita su altre centocinquanta storie vere, che diventeranno migliaia a seconda degli occhi, e della mente, di chi ne filtrerà con la propria esperienza di vita, di madre, padre, fratello o figlia, il significato che esplode alla fine di ognuno. Ma partiamo dall'inizio: questo è un libro che demolisce, che vuole demolire, che rade al suolo, quando la incontra, tutte le forme di ipocrisia legate al concetto di maternità. Mi viene in mente, primo fra tutte e per farvi capire, l’esempio citato dalla SCRITTRICE in un breve scambio di vedute in privato: «tutti si aspettano che tu dica: "è bellissimo"» riferito alla maternità (e alla paternità). La mia risposta, potete chiedere conferma, è stata «ma anche no!». Ecco che leggendo viene fatta tabula rasa di tutte le falsità che ci portiamo dietro inconsapevoli… ma l’intento non è devastare, è ricostruire sul nuovo, su un terreno fertile. Cosa? Emma Fenu nel primo capitolo di "Vite di Madri", parla di come sia nato il suo lavoro e si apre al lettore, dicendo che tutto è iniziato perché cercava se stessa, in una specie di atto di egoismo protettivo, invece, ha trovato centocinquanta donne. Quindi, ho assaporato i dodici racconti cercandoci Emma e le centocinquanta madri, individuando una sorta di percorso emozionale nell'ordine (secondo me per nulla casuale) in cui sono stati presentati. 1 accettazione 2 orgoglio 3 trasformazione 4 pulizia(oblio) 5 emancipazione 6 forza 7 saggezza 8 disincanto 9 coraggio 10 Amore(con la A maiuscola) 11 caparbietà ed infine 12 fertilità Queste dodici parole sono il retrogusto metaforico che il rispettivo racconto mi ha lasciato in bocca. Dodici condizioni, qualità, traguardi da raggiungere per “germogliare”. Sensazioni che consiglio a tutte le donne di provare a individuare leggendo questo libro (sarà per ognuna di voi diverso), un percorso che andrebbe reso obbligatorio a tutti gli uomini per non dimenticare ciò che spesso diamo per scontato.


«Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi, Signori, davanti ad una Donna». William Shakespeare


P.S. Pareva inutile aggiungere dettagli sulle indubbie capacità tecniche e stilistiche di Emma, aggiungo solo che, nella sua perfezione e maniacale cura a riguardo, non vi è nella scrittura nessuna ricerca di elitarietà, pertanto una lettura straconsigliata a chiunque.

Harry Fog



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