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"Vite di Madri", recensione Giovanna Avignoni

Guardo i tuoi occhi distanti e mi immergono nei pensieri che vi sono nascosti. Cosa stai pensando, bimba con i capelli color del sole, mentre ti osservo? Tra le tue braccia sei bambole identiche a te, ma con pettinature diverse. Hanno gote rosate e occhi tristi, persi nel vuoto. Vorresti abbracciarne di più perché le tue braccia non hanno confini. Le stringi al petto, ma le tue mani non sono serrate, lo fai con delicatezza, per non farle cadere e rischiare di perderle per sempre nel buio che ti circonda. Sono le tue figlie, ma anche le tue madri e le tue nonne, quelle che hai avuto o che avresti voluto avere, sono i tuoi sogni e i tuoi incubi, ma li trattieni al tuo seno con egual amore. "Vite di madri" storie di donne, di lacrime e gioia, di desideri e paure, di bimbi desiderati e vivi, di creature mai nate ma presenti nei ricordi, in una pietra fredda, nel cuore. Storie condotte per mano, anzi abbracciate, con la delicatezza di quelle parole che sanno avvolgerti, ma anche dire la verità proprio come fa una madre con il proprio bimbo.

Giovanna Avignoni




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