"Vite di Madri", recensione di Tiziana Cattaneo
Quale sottotitolo, Emma indica DODICI STORIE DI ORDINARIA ANORMALITA', ma in questo libro c'è molto di più In primo luogo: solidarietà. Non dimentichiamo che i diritti d'autore spettanti sulla vendita del libro saranno interamente devoluti all'A.P.E. Onlus (associazione progetto endometriosi) che si occupa delle donne affette da Endometriosi, offrendo ad esse valido sostegno e precisa informazione. Una di queste donne, potremmo essere noi, le nostre figlie o le nostre nipoti. Non dimentichiamolo. Dodici vite vissute, ma in particolare ho apprezzato il difficile tentativo di Emma di aprirsi, di mettersi a nudo. Ho apprezzato anche l'appendice: la maternità rappresentata. Analisi su stampa della maternità VIP: la maternità come ce la descrivono i mass-media. Il tutto ne fanno un saggio su una dimensione esclusivamente femminile ma dedicato anche alla sensibilità maschile. Il mondo si popola perché i sessi sono due. "Emma rompi la tazzina e fatti un ciondolo con i cocci, ma attenta che i cocci tagliano. Emma divisa in due, solo che i bordi non sono taglienti, ma smussati, dolci, arrotondati dalle onde del mare" "amo i legami ma non appartengo del tutto a nessuno. Nemmeno a me stessa. In questo mondo tutto è mio e io sono di tutto" "corro in ospedale...è la conferma di quanto già sapevo: è morto. Cerco fra le mie, la sua manina..." "Cara Beatrice...ti avrei fatto assaggiare la nostra crema... Notammo una scultura scavata nel tronco di un albero...un feto nella posizione che precede il parto...E' giunto il tempo di scrivere il tuo nome, laddove nessuno conosce la nostra storia: Beatrice..." "Sono una donna madre senza sangue,oltre esso. Mi rendo conto, solo ora che ogni nascita è un miracolo, comunque essa si realizzi: custodire dentro di me il sangue di chi mi ha reso la vita è come, per una futura mamma, portare nel grembo il proprio bimbo: uno scambio d'amore" Il libro si recensisce da sé. Non occorre altro che leggerlo. Solo questo. Con estrema stima, complimenti Emma.
tratto da http://culturaalfemminile.blogspot.dk/